Il Veneto, pur registrando nel 2012 un lieve aumento di emissioni di CO2 rispetto all’anno precedente (+12% da 9.766 nel 2011 a 10.929 migliaia di tonnellate di CO2 nel 2012), si conferma una delle regioni d’Italia che ha ridotto in misura maggiore le emissioni di CO2 tra il 2005 e il 2012 (-39% da 18.006 nel 2005 a 10.929 migliaia di tonnellate di CO2 nel 2012).
«La riduzione delle emissioni degli impianti localizzati nella regione, in linea con la dinamica in atto a livello nazionale nel 2012, non è, come può sembrare, una buona notizia. Nasce da una significativa diminuzione della produzione industriale – ha dichiarato Guido Busato, presidente di EcoWay che prosegue – L’effetto generato è che le aziende, registrando un abbattimento significativo delle emissioni di gas serra rispetto ai limiti imposti dalla UE, non sono stimolate ad investire in progetti di miglioramento tecnologico che, nel medio-lungo termine, hanno l’obiettivo di rendere più efficienti i propri processi produttivi così come invece previsto dal sistema europeo delle emissioni ETS».
In Veneto nel 2012, il settore industriale della combustione (aziende con impianti di calore >20 MW, quali ad esempio impianti termoelettrici) rappresenta il 63,4%, seguito dal settore cementifici (16,1%), carta (6,4%), vetro (5,6%), raffinazione (4,8%), metallurgia (3,6%) e laterizi e ceramiche (0,2%).
Si registra che tutti i comparti industriali, a causa della crisi economica, producono emissioni inferiori al numero dei permessi. In particolare, il comparto “laterizi e ceramiche” ha registrato emissioni pari a -71,7%.
I dati riportati in questo articolo provengono dal report di EcoWay sui dati 2012 delle emissioni di gas serra delle aziende italiane sottoposte al meccanismo europeo dei certificati di emissione (ETS – Emission Trading System).