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Assofibre, Smi-Ati e Associazione Tessile Salute a confrontoERT

Il mercato mondiale è in forte crescita (+56% negli ultimi dieci anni) e la Cina, dal 1998, è il maggior produttore (con il 42% nel 2005). In Europa le fibre soffrono sia della crisi della produzione tessile (-5.1% nel 2005), sia delle crescenti importazioni e hanno visto calare la produzione del 5%.

In Italia dal 2000 la produzione è diminuita di oltre il 30% mentre i primi dati del 2006 indicano una residuale sofferenza sebbene il trend sia in leggero miglioramento.

Paolo Piana, presidente di Assofibre ha sottolineato che “la situazione è ancora peggiore sul fronte dei costi, a causa delle materie prime aumentate del 33% dal 2004 e per l’energia, che nelle fibre incide per il 20% del valore aggiunto, e che in Italia costa fino al 30% in più”.

“Per quanto riguarda la ricerca – Piana ha aggiunto – siamo consapevoli che l’innovazione nella filiera tessile non può che venire dal nostro mondo e ne sentiamo la responsabilità. Le fibre infatti rappresentano un anello indispensabile per mantenere la leadership del nostro Paese nella filiera del tessile/abbigliamento. Vi è poi un ampio spazio di sviluppo nelle applicazioni tecniche al di fuori della filiera tessile dove le imprese italiane possono ancora esprimere al meglio la propria capacità innovativa. Nonostante la crisi di mercato – ha concluso – l’industria italiana delle fibre ha mantenuto una capacità tecnologica di alto livello, ha un patrimonio aziendale fatto di manager, cultura e conoscenza tecnica sempre all’avanguardia e ha dimostrato di saper reagire con operazioni di consolidamento ed espansione all’estero”.

A margine dell’Assemblea si è svolto l’incontro: “Come difendere insieme consumatore e industria tessile”, tema diventato di grande attualità per via del rischio legato a una importazione di prodotti di origine extracomunitaria senza gli stessi controlli e prescrizioni cui devono sottostare le produzioni europee.

Le proposte di Assofibre sono nelle seguenti direzioni:
· realizzare una forte alleanza del mondo della produzione con il mondo della Sanità e con i consumatori al fine di impedire la circolazione sul territorio nazionale di articoli tessili che possano rilasciare sostanze che pongano rischi alla salute dei consumatori e nel contempo perseguire l’obiettivo di valorizzare il prodotto di qualità;
· operare affinché i prodotti siano immessi nel mercato con una comunicazione completa, trasparente e verificabile;
· promuovere l’adozione di capitolati di acquisto nella grande distribuzione nei quali si impongano per i prodotti importati tutte quelle restrizioni cui sono giustamente sottoposte le produzioni e i prodotti europei.

Su questi temi sono intervenuti Paolo Zegna, presidente di Federazione SMI-ATI (Federazione Imprese Tessili e Moda Italiane) che ha commentato: ”SMI-ATI ha messo al centro della sua strategia, a sostegno del settore e del Made in Italy, il consumatore, ovunque compri e ovunque consumi.

La ‘sovranità’ del consumatore deve essere perseguita dandogli la possibilità di fare scelte informate e razionali, da qui il nostro obiettivo di arrivare a livello europeo all’apposizione dell’etichettatura di origine obbligatoria per i prodotti tessili-abbigliamento importati, come peraltro già avviene in Giappone e negli USA”.

Franco Piunti ha proposto l’Associazione Tessile e Salute, di cui è presidente, quale Tavolo permanente di confronto e dialogo con il mondo Istituzionale, composto da rappresentati del mondo del lavoro, imprenditori, grande e piccola distribuzione e le associazioni dei consumatori esperti del settore tessile e della sanità al fine di creare, tra l’altro, una eventuale futura etichetta volontaria a tutela dell’utilizzatore finale.