Con la sentenza di primo grado n. 9114/2015, pubblicata il 28 luglio scorso all’esito di un procedimento civile instaurato nel marzo 2012, il Tribunale di Milano ha accolto le domande avanzate da Assobioplastiche contro Paolo Broglio ed Ecologia Applicata con riferimento a oltre settanta “certificazioni di biodegradabilità” illecite emesse dai convenuti tra il 2009 e il 2013 nei confronti di prodotti in plastica additivata (con additivo Ecm e altri additivi).
Paolo Broglio ed Ecologia Applicata sono stati condannati al risarcimento del danno per concorrenza sleale in favore di Assobioplastiche nella misura di 100.000 euro.
È stato, inoltre, inibito ai convenuti l’ulteriore rilascio di certificazioni analoghe, prevedendo una penale pari a 3.000 euro per ogni ulteriore violazione e per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione dei provvedimenti disposti nella sentenza.
È stata, infine, ordinata la pubblicazione dell’intestazione e del dispositivo della sentenza sul quotidiano “Corriere della Sera” e sulla rivista di settore “Polimerica”, nonché nella homepage del sito di Ecologia Applicata per sessanta giorni consecutivi.
Le false certificazioni oggetto della pronuncia del Tribunale di Milano attestavano la “biodegradabilità” di prodotti in plastica tradizionale additivata e la loro conformità alla Direttiva Europea 94/62 senza che essi rispettassero i tempi di biodegradazione previsti da Uni EN 13432 e Uni EN 14995. In merito, il Tribunale di Milano ha ritenuto tale modo di procedere non corretto, riconoscendo che “la definizione di biodegradabilità per gli imballaggi è invece fornita dalle norme tecniche Uni EN 13432 e Uni EN 14995”, e sono proprio tali norme che “forniscono la definizione sia di compostabilità che di biodegradabilità”.
Il Presidente di Assobioplastiche, Marco Versari, ha così commentato la decisione del Tribunale di Milano: “Si tratta di un’ulteriore prova dell’importanza del ruolo svolto dall’Associazione a tutela dell’intero comparto delle plastiche biodegradabili e compostabili. Siamo molto soddisfatti perché con questa sentenza il Tribunale di Milano ha contribuito a fare ulteriore luce sugli standard di biodegradabilità e compostabilità di riferimento in un settore in cui purtroppo tuttora fioriscono contraffazioni e situazioni di irregolarità”.
La decisione potrà essere appellata nei termini di legge.