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Anie CSI: rete di misurazione del gas come modello anche per l’acquaERT

L’innovazione digitale può diventare risparmio per il gestore del servizio, quindi offrire fondi per gli investimenti nella manutenzione delle reti. In ultima analisi, è risparmio per l’utenza. La proposta arriva da Anie CSI, l’Associazione che in Confindustria rappresenta l’industria dei componenti e sistemi per impianti, dall’11ª edizione del SUOM, Smart Utility Open Meters, evento che Anie ha realizzato quest’anno in partnership con Gruppo HERA e si è tenuto presso lo Spazio HERA a Bologna.

Quattro i panel di discussione per segnare lo stato dell’arte dei “misuratori intelligenti” (smart meter), che si sono susseguiti dopo la lettura del messaggio di saluto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, moderati dal giornalista Maurizio Melis che ha condotto i lavori della giornata.

SUOM 2023

4 i panel dell’evento su:

Gli standard tecnologici possono trovare applicazioni e intersezioni, ancora non sfruttate, come l’infrastruttura della trasmissione dati.

Qualche dato

Un esempio viene dalla rete 169 MHz, nelle reti del gas. Tranne che per il più grande player italiano di distribuzione del gas, secondo stime Anie CSI Smart Meter Group, il 55% delle utenze gas usa la rete 169 MHz. Un bacino potenziale molto grande che permetterebbe anche la trasmissione dati del consumo dell’acqua. Un risparmio che su scala industriale permetterebbe di liberare investimenti sulla manutenzione della rete idrica e contrastare le perdite. Un esempio di quanto la digitalizzazione dei sistemi per impianti permetta l’interoperabilità e la scalabilità dei sistemi di misurazione.

“La misura è la prima indispensabile attività da svolgere” ha ricordato nel suo saluto in apertura dei lavori il presidente di Anie Federazione Filippo Girardi. “Ogni volta che si vuole avviare un processo migliorativo. Il contatore ma anche il sistema di misura in generale sono pertanto fondamentali perché le infrastrutture possano progredire tecnologicamente in maniera sostenibile. Gli smart meter, i contatori “intelligenti”, sono il primo tassello fondamentale nella digitalizzazione di una infrastruttura di distribuzione energetica e idrica”.

“Stiamo assistendo ad una trasformazione epocale delle reti di distribuzione nazionale in chiave digitale e green” dichiara Vincenzo Quintani, coordinatore del Gruppo SMG e vicepresidente dell’Associazione ANIE CSI “processo accelerato dalla crisi climatica in atto, con eventi climatici estremi nel nostro Paese, e dalle turbolenze dovute ad uno scenario globale sempre più instabile. Le risorse messe in campo dal PNRR e non solo, e la concreta disponibilità di tecnologie digitali di misura e gestione delle reti di distribuzione sempre più performanti, rappresentano una reale opportunità per una evoluzione delle infrastrutture strategiche nazionali per renderle resilienti, digitali, flessibili, ambientalmente sostenibili”.

Guardando al domani

In Italia, dove ci sono circa 36 milioni di contatori elettrici, la sostituzione procede a ritmo sostenuto. Sono infatti 32 milioni i dispositivi di “vecchia generazione” già rimpiazzati da smart meter 2G, tecnologie più performanti e capaci di trasmettere i dati di consumo in tempo reale. La rete di distribuzione idrica italiana è caratterizzata da una bassa efficienza, con il 41,2% di acqua disperso in fase di distribuzione a causa dell’obsolescenza strutturale delle reti, e la penetrazione degli smart meter è a oggi limitata al 4%. Mentre sulla rete gas, a fine 2022 gli smart meter sulla rete gas sono l’81% sul parco totale di 24,1 milioni di contatori gas.

Fonte foto Pixabay_DavidReed