Programmiamo la crescita: è questo il tema posto al centro del dibattito nel corso dell’Assemblea annuale di Anie Confindustria, dedicata alle infrastrutture quale motore di sviluppo per il rilancio dell’economia. Tra i relatori, oltre al Presidente di Anie Confindustria Claudio Andrea Gemme, anche il Vicepresidente della Commissione Europea e commissario responsabile di Industria e imprenditoria Antonio Tajani, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.
Come si programma la crescita? Anie ha presentato la roadmap in cinque punti: ritornare alla manifattura, supportando gli investimenti in ricerca e sviluppo; passare dalla Strategia Energetica Nazionale al Piano Energetico Nazionale con un programma di messa in sicurezza e riqualifica energetica degli edifici privati e pubblici e un piano di revamping degli impianti industriali e favorire inoltre il passaggio dalla generazione centralizzata a quella distribuita, agendo sulla rete con un approccio smart; definire un piano dei trasporti realistico, integrato e sostenibile, attraverso il potenziamento della manutenzione ordinaria e straordinaria sulla rete e sulla flotta rotabile; fare filiera per presentarsi sui mercati stranieri come “Sistema Paese Italia”; investire sulla formazione professionale dei giovani, favorendo la staffetta generazionale e il trasferimento della “conoscenza tacita”.
L’industria elettrotecnica ed elettronica, che rappresenta l’8% del fatturato aggregato del manifatturiero, il 9% delle esportazioni e l’8% dell’occupazione totale, ha chiuso il 2012 con questi numeri: 63 miliardi di euro la dimensione del fatturato aggregato (erano 71 miliardi nel 2011), 29 miliardi di euro le esportazioni (29 miliardi anche nel 2011), 425.000 gli addetti (450.000 nel 2011). A fine 2012 il fatturato aggregato dei settori Anie, includendo il segmento fotovoltaico in forte sofferenza, ha registrato un calo annuo del 12,1% che si somma al -4,2% sperimentato nel 2011. Quindi nel biennio 2011-2012 il fatturato è crollato del 16%, la produzione industriale del 15%, il portafoglio ordini del 20%.
La distanza dei volumi di produzione industriale dal picco ciclico pre-crisi registrato nel 2007 resta ampia e vicina al 30%. Si è toccato il livello minimo da inizio anni ’90, facendo un balzo indietro di 25 anni.
Preoccupa il continuo calo della domanda interna che, per alcune tecnologie, è stato drammatico. È il caso, nell’area energia, dei trasformatori e delle stazioni di alta tensione che hanno visto nel 2012 una flessione del fatturato nazionale rispettivamente del 30% e del 15%. Guardando più in generale alle tecnologie per la generazione di energia elettrica da fonti tradizionali la caduta è stata vicina al 15%, mentre il segmento fotovoltaico ha registrato una flessione del 40%. Hanno evidenziato un calo del 20% anche i comparti cavi e componenti elettronici.
La debolezza del mercato interno è strutturale (i risultati negativi di questi anni seguono a un decennio già di bassa crescita) e non può essere compensata dall’apertura ai mercati esteri. Nell’ultimo triennio il ritmo di crescita delle esportazioni dei settori Anie si è notevolmente ridotto, soffrendo il rallentamento della ripresa globale.
Nel 2012 le esportazioni settoriali, che l’anno precedente avevano evidenziato una maggiore tenuta (+5,3%) hanno registrato una forte riduzione (-0,6%). Le strategie di espansione nei mercati extra europei più dinamici hanno arginato solo in parte l’andamento negativo dell’area europea (-4,5%).
Consapevole che, per progettare l’innovazione, districarsi nei nuovi mercati e gestire il cambiamento, la formazione professionale riveste un’importanza cruciale, il Comitato Tecnico Education di Anie Confindustria ha recentemente promosso un’indagine tra le aziende socie per mettere meglio a fuoco le peculiarità del rapporto scuola-impresa nei settori elettrotecnico ed elettronico.
Le risposte raccolte evidenziano che, pur in un anno estremamente difficile come il 2013, si stima che le aziende Anie assumeranno almeno 2.000 laureati, tra i quali 1.500 ingegneri e 2.000 diplomati.
“Il vero patrimonio di una azienda sono i suoi lavoratori”, ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, Presidente Anie. “La valorizzazione di questo capitale è ancora più importante per le nostre imprese, in cui la componente tecnologica e di specializzazione è molto alta. Uno degli elementi sui quali si fonda il successo delle aziende è rappresentato dalla capacità di trasferire ai giovani la cosiddetta ‘conoscenza tacita’ che le persone accumulano durante la loro vita lavorativa. Anie è pronta a lavorare su questo tema, anche con progetti sperimentali di trasmissione di conoscenza alle giovani generazioni nel quadro di una maggiore flessibilità in uscita e di un più generale avvicinamento tra scuola e impresa”.
Anie: www.anie.it