La produzione di alluminio primario registra nel 2022 una crescita significativa a livello mondiale, arrivando a toccare i 70 milioni di tonnellate prodotte (+48% sul 2012), che arriveranno a essere 100 milioni entro il 2050. Il fatturato complessivo in Italia nel 2021 conta un giro d’affari dell’intera filiera di oltre 40 miliardi di euro, e ha grandi prospettive di crescita ulteriore nei prossimi anni.
Cosa significa tutto questo? Che avrà sicuramente riflessi positivi in termini di economia circolare e decarbonizzazione dei processi industriali, per via della capacità dell’alluminio, non a caso definito il “metallo del futuro”, di essere flessibile e riutilizzabile all’infinito, caratteristiche fondamentali per rendere il comparto industriale ancora più sostenibile ed efficiente.
Per agevolare tale processo è importante, per tutti gli attori del comparto, affrontare insieme le prossime sfide, ed è proprio con tale animo che si è inaugurata ieri Metef, l’expo internazionale per l’industria dell’alluminio, della fonderia di metalli ferrosi e non ferrosi, che si svolge fino a domani a BolognaFiere in contemporanea a MecSpe, la fiera più importante in Italia dedicata alla manifattura.
Un programma ricco di iniziative e convegni per fare il punto sull’industria dell’alluminio in Italia, sempre più connessa con l’Europa e il resto del mondo, e sulle nuove soluzioni messe a punto per le imprese in termini di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Ma qual è lo stato di salute delle imprese del settore alluminio nel nostro Paese? Innanzitutto, sei aziende su dieci sono state fortemente colpite dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dal caro energia.
Un quadro che però non ha avuto effetti negativi sul portafoglio ordini di queste imprese (adeguato per il 75% di esse) né tantomeno sul fatturato atteso alla fine dell’anno (in crescita per quasi il 60%). È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio MecSpe sul I quadrimestre 2022, che ci restituisce una fotografia del comparto dell’alluminio in salute: nonostante le difficoltà non da poco che le imprese devono affrontare in questo momento, ben otto imprenditori su dieci si dichiarano soddisfatti dell’andamento attuale della propria attività.
Avanti così, dunque, per il settore dell’alluminio, che in Europa conta all’appello oltre 2.500 imprese attive nella produzione primaria e secondaria, di cui circa un quarto sono in Italia.
Come rilevato durante gli appuntamenti del palinsesto Metef, il vantaggio competitivo della filiera dell’alluminio in Italia risiede innanzitutto nella leadership tecnologica delle attività di tutte quelle PMI “a valle” che rendono il settore robusto e florido, potendo vantare su un know-how consolidato negli anni e che costituisce un segmento che per l’Italia vale oltre il 70% del fatturato della filiera ed oltre il 90% della forza lavoro.