Report di Hera: l’acqua buona di rubinetto

Pubblicato il 6 novembre 2015

Dell’acqua di rubinetto ci si può fidare: è buona, sicura e controllata in maniera scrupolosa (in media, il 99,9% delle analisi annuali è conforme ai parametri di legge). E fa anche bene all’ambiente, perché evita la CO2 del ciclo di produzione dell’acqua in bottiglia. Sono queste le informazioni contenute nel nuovo report “In buone acque” pubblicato dal Gruppo Hera: un documento unico in Italia con cui la multiutility presenta i dati sulla qualità dell’acqua nei territori in cui gestisce il servizio idrico. Giunto ormai alla settima edizione, “In buone acque” è disponibile in formato cartaceo presso gli sportelli clienti del Gruppo Hera (anche in versione per il Nord Est e per le Marche). Si consulta poi online sul sito di Hera, con ulteriori approfondimenti.

A Bologna e provincia Hera si occupa del servizio idrico servendo quasi 1 milione di cittadini, raggiunti da più di 9.000 km di rete. L’approvvigionamento è garantito da 492 fonti, per lo più di sorgente. La maggior parte del fabbisogno idrico viene soddisfatta da 6 impianti di potabilizzazione alimentati dalle acque del fiume Reno, del torrente Setta e dalle acque sotterranee della falda bolognese.

La qualità dell’acqua che arriva al rubinetto dei cittadini è garantita da 696.000 analisi (oltre 1.900 al giorno) svolte in gran parte dai tecnici dei laboratori Hera, a cui si aggiungono i controlli di Arpa e Ausl provinciali. Per il solo territorio bolognese le analisi annuali superano quota 114.000 e certificano un’acqua sicura e buona da bere: nel 99,71% dei casi i controlli rispettano i parametri di legge. Gli sporadici episodi in cui non si è registrata la piena conformità riguardano prevalentemente parametri “indicatori” (quelli che si riferiscono non ad agenti inquinanti ma a proprietà organolettiche e caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua) e causano qualche inconveniente sotto il profilo igienico-sanitario.

Oltre alla sicurezza, ci sono altri motivi per preferire l’acqua di rubinetto. È ecologica, perché limita la circolazione di plastica: l’Italia, infatti, è uno dei maggiori consumatori di acqua in bottiglia. Solo nel 2013 sono state prodotte ben 6 miliardi di bottiglie con impatti ambientali importanti anche in termini di emissioni di CO2 per il trasporto e il recupero degli imballaggi. È economica: evitando l’acquisto dell’acqua in bottiglia si può risparmiare fino a 300 euro all’anno. Con nemmeno 2 euro, invece, si hanno a disposizione mille litri di acqua di rete. Infine, è sicura, comoda e buona: evita la fatica di trasportare casse d’acqua a casa, perché sgorga direttamente dal rubinetto, ed è ottima da bere. Sa troppo di cloro? Basta lasciarla per un po’ in una caraffa o berla fredda.

I numeri che raccontano le dimensioni del servizio idrico integrato di Hera disegnano una grande realtà: più di 230 Comuni fra Emilia-Romagna, Nord Est e Marche e 3,6 milioni di cittadini serviti, una rete di acquedotto di oltre 35.000 km, 464 impianti per la depurazione idrica e altri 356 per la produzione e la potabilizzazione. Tutta questa “macchina” viene mantenuta efficiente grazie a un lavoro quotidiano e a investimenti che nel 2014 sono stati pari a 114,8 milioni di euro. Più della metà di questi (52%) serve all’acquedotto, il 27% viene investito nelle fognature e il 21% nella depurazione, processo che restituisce all’ambiente acqua pulita e sicura. Includendo i lavori finanziati da terzi e quelli realizzati da Romagna Acque, nel territorio servito da Hera gli investimenti totali salgono a quasi 177 milioni di euro. Cioè 46 euro pro capite. La media italiana, invece, è ferma a 30 euro per abitante.

“In buone acque” è stato realizzato in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, Arpa, Ausl territoriali e Romagna Acque. Nel report è presente una mappa che indica le fonti di prelievo e gli impianti, completa di tabelle suddivise per provincia che riportano i risultati delle analisi per 13 parametri, confrontati anche con i valori delle acque minerali. Il report completo online è poi arricchito dal contributo di Vincenzo Cennamo, responsabile di Gastroenterologia dell’Azienda Usl di Bologna. L’esperto cerca di sfatare alcuni luoghi comuni sull’acqua, come il fatto che quella di rubinetto faccia venire calcoli o quella gassata faccia male alla salute. Infine, sul sito di Hera si può consultare l’etichetta dell’acqua: la carta d’identità dell’acqua del proprio Comune di residenza, con i parametri chimici che sottolineano caratteristiche oligominerali e basso tenore di sodio.

“Il report In buone acque, che dà ancora una volta conto della qualità del servizio idrico e del bene offerto ai cittadini, si inserisce all’interno di un preciso impegno che Hera ha preso e che prevede resoconti puntuali sui servizi che svolgiamo: lo facciamo per l’ambiente, su cui abbiamo appena pubblicato “Sulle tracce dei rifiuti”, che rendiconta il percorso dei rifiuti differenziati. E lo faremo prossimamente con un nuovo report sull’efficienza energetica”, commenta l’Amministratore Delegato del Gruppo Hera Stefano Venier.



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