L’economia deve essere circolare e può ripartire dal Green Act
Presentate a Expo le proposte di Anie per il Green Act, il documento strategico sull’economia green che il Ministero dell’Ambiente si appresta a varare
Anie Confindustria ha presentato ieri ad Expo, presso Palazzo Italia, le sue proposte per il Green Act. La Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche ha accolto l’appello del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti per una consultazione sull’argomento e sta lavorando, nell’apposito tavolo istituito in Confindustria, per offrire il suo contributo in tema di sviluppo sostenibile.
L’Industria Elettrotecnica ed Elettronica conta numerosi comparti nel panorama manifatturiero nazionale ed europeo. Questo tessuto industriale, oltre ad essere determinante oggi e in futuro sulla ripresa economica, rappresenta una reale chiave di volta per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi ambientali europei fissati al 2030: 40% di riduzione di emissioni, 27% produzione da fonte rinnovabile, 27% efficienza energetica. Obiettivi che potrebbero essere confermati, se non resi ancora più ambiziosi, nell’imminente Conferenza sul clima, prevista a Parigi alla fine del 2015, COP 21.
Il tema dello sviluppo e crescita sostenibile è da tempo all’ordine del giorno nelle agende di tutti i Paesi industrializzati o emergenti, e l’industria è in prima linea su questo fronte. Lo scenario di sviluppo che l’Italia deve affrontare riguarda sempre più l’economia digitale, integrata, connessa, smart, evidentemente in un contesto dove prodotti, apparecchiature, soluzioni e tecnologie elettriche ed elettroniche sono chiamate a svolgere un ruolo centrale.
Le imprese sono impegnate nell’evoluzione cosiddetta green della propria offerta: ingenti sono gli investimenti in R&D (dai settori Anie proviene il 30% della spesa privata in Ricerca e Innovazione investita ogni anno nel nostro Paese), orientati essenzialmente al miglioramento delle performance energetiche e al Life Cycle generale di prodotti e soluzioni, con forte attenzione all’uso efficiente delle risorse, al recupero di materie prime, in generale alla performance ambientale complessiva.
Anie avverte in maniera sempre più urgente la concreta applicazione del principio della “Better regulation”, condizione indispensabile per creare un sistema virtuoso che stimoli il tessuto industriale a fare meglio, ma nell’ambito di un contesto di riferimento ragionevole, supportivo, non distorsivo di un mercato ormai globale, tutelativo di quanti operano nel rispetto delle regole. L’industria non può più sostenere il peso di una regolamentazione poca chiara, che non garantisce certezza legale, di norme che ingabbiano il mercato anziché favorirlo, di regole indubbiamente necessarie ma che necessitano di essere semplificate.
Le politiche ambientali delle aziende Anie appoggiano con convinzione il principio dell’economia circolare, un modello di progettazione, produzione, uso e consumo dei prodotti che pone al centro la sostenibilità del sistema, grazie al riutilizzo delle materie. Le imprese hanno tradotto tale principio in un’azione concreta, contribuendo ad implementare operativamente il sistema Raee nazionale, in ottemperanza alle normative secondo le quali i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche devono essere smaltiti in maniera differenziata ed adeguata, al fine di recuperare quanto più possibile le materie prime utilizzate per la realizzazione dei prodotti, nell’ottica di un loro riutilizzo: una reale dimostrazione sul campo di economia circolare. Ma, ha sottolineato la Federazione, la circolarità dei prodotti deve cominciare dalla loro progettazione: devono essere appositamente disegnati per essere interamente recuperati.
Sin dalle prime fasi di attuazione della Direttiva Raee sul territorio nazionale, Anie Federazione è stata impegnata affinché il risultato del recepimento potesse tradursi in un Sistema Raee organizzato secondo principi di efficienza ed economicità. in tale ottica è stata ricordata l’importanza dell’emanazione dei decreti attuativi previsti dal Dlgs 49/2014, finora non pubblicati, che consentirebbero la piena operatività del Sistema.
Il ruolo centrale nel sistema della Green Economy dovrà necessariamente essere svolto dalle energie rinnovabili. Anie crede fortemente al contributo delle energie pulite al sistema energetico nazionale, al punto da avere costituito, in seno alla Federazione, un’associazione – Anie Rinnovabili – che rappresenta tutte le imprese costruttrici di componenti e impianti chiavi in mano per la produzione di energia da fotovoltaico, eolico, biomasse e geotermia, mini idroelettrico.
L’associazione riserva particolare attenzione al Documento tecnico di riferimento per la definizione delle regole per il mantenimento degli incentivi in Conto energia emanato dal GSE, rispetto al quale è in corso un confronto su specifiche proposte emendative presentate da Anie al Gestore, con l’obiettivo da un lato di semplificare le comunicazioni e i relativi costi di istruttoria che gravano sulle aziende di fotovoltaico, dall’altro garantire la possibilità di innovare gli impianti senza perdere incentivazione nel caso di impianti con scarsa produzione dettata da prodotti obsoleti, che necessitano di adeguamenti. In particolare per quanto attiene gli oneri generali di comunicazione, Anie Rinnovabili chiede di distinguere tra gli interventi di manutenzione straordinaria e gli interventi fatti per adempiere ad obblighi di legge.
Per quanto riguarda le bonifiche da amianto la Federazione sottolinea gli enormi benefici che deriverebbero dalla bonifica delle attuali coperture in amianto di oltre 50 mila edifici, pubblici e privati, se adeguatamente sostituite da coperture isolanti combinate con impianti rinnovabili efficienti e di nuova generazione. Anie chiede quindi che strumenti come il credito d’imposta e l’estensione dell’eco-bonus 65% siano utilizzati per raggiungere questi obiettivi.
Per vivere meglio dobbiamo anche imparare a muoverci meglio: ecco allora che uno dei punti cardine delle proposte di Anie Confindustria è la creazione di condizioni ottimali per la diffusione della e-mobility, una mobilità sostenibile che deve necessariamente passare dalle auto elettriche, meglio ancora se alimentate con fonti energetiche green; dal miglioramento della rete di trasporto ferroviario e metropolitano e dall’elettrificazione dei porti. Il primo passo secondo la Federazione è quello di predisporre negli edifici di nuova costruzione, residenziali o aziendali e commerciali, adeguati sistemi di ricarica.
Non bisogna inoltre dimenticare, nell’ottica di una mobilità che sia sostenibile anche in senso lato, che ogni giorno, in media, sono quasi 2 milioni e 800 mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale e suburbano. Con un aumento del 13% registrato proprio in concomitanza con gli anni della crisi economica, il trasporto locale ha ora più che mai bisogno di interventi incisivi: sono 3.290 i treni in servizio nelle Regioni, con un’età media sulla rete regionale di 18,6 anni. Nei prossimi anni si prevede che occorrerà acquistare complessivamente 1.259 treni per il servizio ferroviario regionale, di cui 429 a media percorrenza e 830 metropolitani. Solo con azioni di miglioramento della rete ad alta velocità, aumento dell’elettrificazione ferroviaria, rinnovamento del materiale rotabile e implementazione di nuove infrastrutture sarà possibile decongestionare il traffico urbano ed extra-urbano e puntare sul patrimonio dei trasporti come scommessa di rilancio economico, sociale, ambientale.
Consumare meno, consumare meglio: questa è la sintesi di qualunque iniziativa sull’efficienza energetica, che si traduce nell’elevare gli standard prestazionali e qualitativi dei prodotti, delle tecnologie e soluzioni, con conseguenti e cospicui investimenti in Ricerca ed Innovazione, in comunicazione, in riconversione dei processi industriali. L’industria elettrica ed elettronica è tra i settori maggiormente esposti sul tema, affrontando ormai da anni una legislazione comunitaria di riferimento particolarmente severa circa le specifiche di progettazione dei prodotti, siano essi di largo consumo (es. elettrodomestici, apparecchiature di illuminazione) o di uso industriale (es. motori, trasformatori, etc.), e confrontandosi con un contesto di riferimento non sempre adeguatamente recettivo alla sostituzione di un parco installato ormai inefficiente.
Sono apprezzabili i passi avanti compiuti con alcuni provvedimenti, quali il recepimento nazionale delle direttive Epbd (2010/31/UE) attraverso la Legge 90 di agosto 2013, come pure il DLgs 102/2014 in attuazione della Direttiva Efficienza Energetica (2012/27/UE), ma purtroppo non sufficienti a cambiare sostanzialmente lo scenario. Anie auspica un maggior coraggio del legislatore nel definire i requisiti legislativi che portino realmente ad un cambio di paradigma in chiave smart e green di processi e contesti applicativi. Anie chiede inoltre l’istituzione di un vero e proprio Fondo nazionale per l’efficienza energetica (già previsto dal DL 102/2014, ma non ancora attivato). A un building efficiente deve poter corrispondere inoltre un’industria al passo con i tempi, mediante l’adozione di edifici e tecniche produttive che assumano un ruolo parimenti rilevante in quanto a sostenibilità e rispetto per l’ambiente. Le aziende Anie si impegnano ad ingenti investimenti e attività di ricerca finalizzate all’adozione di tecnologie in grado di ridurre i consumi di energia elettrica e le emissioni. Si tratta di azioni che coinvolgono gli stabilimenti di produzione, i macchinari, i processi, la progettazione, i materiali e i trattamenti termici, nell’ottica di un’impresa automatizzata ed efficiente: quella Industry 4.0 che rappresenta il futuro prossimo di tutto il mondo produttivo.
“Per far ripartire l’economia italiana servono provvedimenti urgenti, effettivi e vincolanti – ha commentato Claudio Andrea Gemme, presidente di Anie Federazione. – Come industria, non possiamo nascondere la nostra delusione quando, dopo tanto lavoro e tanti contributi, abbiamo visto arenarsi la Strategia Energetica Nazionale, mai davvero divenuta un Piano Energetico Nazionale. Nessun Paese industriale evoluto può permettersi di non avere un Piano Energetico che, se ben fatto, getta le condizioni per la ripresa economica e sociale del Paese stesso. Speriamo che il Green ACT sia #lavoltabuona, per usare un’espressione ormai consolidata. Efficientare il sistema, limitare gli sprechi, usare in maniera razionale le risorse, prime fra tutte acqua ed energia, e promuovere innovazione per un mondo sempre più sostenibile per le aziende Anie sono da sempre dei must. La decarbonizzazione della nostra economia è una scelta ormai consolidata che ci ha portato in breve tempo a raggiungere alti target di produzione di energia da fonti rinnovabili e standard di efficienza tra i più alti d’Europa, ma che puntiamo a rafforzare ulteriormente. Le imprese Anie sono già oggi pronte a rispondere alle molteplici sfide della sostenibilità, intesa in tutte le sue accezioni, ambientale innanzitutto, ma anche economica e sociale. A chi ci governa chiediamo di creare le condizioni per continuare a fare, sempre meglio, il nostro lavoro”.
Antonella Rampichini
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