Il piano europeo per stimolare gli hub di innovazione anche nelle città secondarie

Pubblicato il 7 dicembre 2018

“Circa 50 città saranno molto probabilmente alla guida dell’economia europea dell’innovazione nei prossimi anni, mentre tutte le altre città e gli altri comuni rischieranno di venire sempre più emarginati. Questo crescente divario potrebbe potenzialmente scatenare disaggregazioni e separatismi”. Con queste parole Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge e Coordinatore di Startup Europe Partnership, ha ufficialmente lanciato lo scorso venerdì al Parlamento Europeo a Brussels l’iniziativa “StartupCity Europe Partnership (SCEP)” con il pieno supporto del Presidente Antonio Tajani e della Commissaria europea per l’economia e la società digitale Mariya Gabriel, che ha inviato un messaggio di sostegno attraverso il suo segretario di gabinetto, presente all’incontro. “Un piano europeo per supportare le città nello sviluppo di strategie startup e innovazioni dinamiche è tempestivo e necessario”, ha commentato il Presidente Tajani aprendo l’evento di lancio.

La nuova iniziativa, parte del programma Startup Europe Partnership (SEP) e guidata da Mind the Bridge, mira a supportare lo sviluppo di strategie startup interconnesse a livello locale ed è stata già sposata da diversi rappresentanti di città europee.

Tra questi i Sindaci di Cluj-Napoca (Romania), Heraklion (Grecia) Malaga e Siviglia (Spagna) e Varna (Bulgaria), che figurano già tra i primi firmatari, oltre ai rappresentanti di Coimbra e Braga (Portogallo), Siviglia, Extremadura e Murcia (Spagna), Copenhagen (Danimarca), unitamente alla Young Entrepreneurs di Thessaloniki (Grecia), al National Union of County Councils of Romania e al Council of European Municipalities and Regions (CEMR).

“Iniziative come quella che lanciamo oggi affrontano una delle principali priorità politiche per il futuro dell’Europa – ha aggiunto Alberto Onetti – Noi crediamo in una Europa unita, in cui la conoscenza e il capitale possano essere sfruttati attraverso i network e in cui tutti i paesi e tutte le città possano essere coinvolti e contribuire attivamente”.

Durante la cerimonia è stato inoltre presentato un nuovo Report dal titolo “Startup City Hubs in Europe”, un primo tentativo per misurare l’impatto dell’economia dell’innovazione su scala granulare, con un’attenzione particolare verso il ruolo che le città hanno nella concentrazione dei centri di innovazione.

I dati mostrano che in Europa sono 476 le città con almeno una scaleup. 48 (circa il 10% del totale) ne ospitano 3759 (circa il 67% del totale) con un capitale raccolto pari al 74% del totale. Questa concentrazione, tuttavia, non rispecchia l’attuale distribuzione né del PIL (345) né della popolazione (14%). Queste 48 città molto probabilmente saranno alla guida dell’economia dell’innovazione europea dei prossimi anni, con l’effetto collaterale di emarginare sempre più le altre città e gli altri comuni.

Sempre secondo la ricerca, in Europa si registra di solito un solo startup hub per nazione: su 42 paesi europei che hanno prodotto scaleup, 34 (l’81% del totale) vedono oltre il 50% delle scaleup concentrato in una sola città. 27 paesi (il 64% del totale) mostrano una concentrazione superiore al 70% negli hotspot principali. In 13 paesi (il 31%) tutte le scaleup hanno sede nella stessa città (concentrazione del 100% attorno alla capitale). Ad ogni modo, Spagna, Portogallo, Polonia, Belgio e Cipro sono l’eccezione che conferma la regola, con due hub ciascuno: Barcellona e Madrid, Lisbona e Porto, Varsavia e Cracovia, Bruxelles e Gent, Zurigo e Zug, Limassol e Nicosia.

Solo in 4 paesi (il 10% del totale) l’hub principale non è la capitale: è il caso dell’Italia con Milano, Spagna con Barcellona, Svizzera con Zurigo e Zug e Corpo con Limassol. Tuttavia, mentre Madrid e Nicosia mostrano un tasso di concentrazione significativo (oltre il 30%), Roma e Berna giocano senza dubbio un ruolo meno rilevante nell’ecosistema startup locale.

Se si passa ad analizzare il capitale raccolto anziché il numero di scaleup, il fenomeno legato alla concentrazione attorno a un’unica città (o al massimo due) diventa ancora più forte: in 37 paesi (l’88% del totale) una singola città pesa per oltre il 50% del capitale raccolto dalle scaleup; in 31 (74% del totale) pesa per oltre il 70%.

Il Report misura inoltre le città sulla base dello “StartupCity Future Growth”, un indicatore sviluppato da Mind the Bridge che pondera il peso di ogni città nell’economia startup e scaleup di un paese con l’attuale quota di PIL, al fine di far emergere la divergenza tra l’economia “esistente” e la “nuova” economia dell’innovazione. Valori superiore a 1 indicano una città che potrebbe incrementare il proprio ruolo economico nel tempo, mentre valori inferiori a 1 sono caratteristici di città che potrebbero subire un declino nel medio termine. I dati mostrano, per esempio, che in Germania Berlino segna 6.1 e Monaco 2.4, mentre Francoforte segna 0.5 e Düsseldorf 0.3; in Francia Parigi ha un valore pari a 2.5, mentre Lione segna 1.0 e Marsiglia 0.3; nel Regno Unito, Londra segna 1.6, Manchester 0.5 e Liverpool 0.3; in Spagna, i due principali startup hub (Barcellona e Madrid) mostrano valori rispettivamente di 2.7 e 1.8, mentre Bilbao e Siviglia segnano 0.4 e Malaga 0.3. Valencia è posizionata attorno alla parità; in Italia, Milano segna 2.6, Roma 1.4, Napoli 0.5 e Palermo 0.4. Torino è stazionaria.

Se le startup e le scaleup sono fattori trainanti della crescita e tendono a essere concentrate solo in alcuni grandi hotspot, è probabile che questi ultimi assumeranno un ruolo sempre più dominante a discapito delle città e dei comuni “Tier-2” che rischiano di assumere gradualmente un ruolo sempre più di secondo piano.

“Le città di media dimensione sono la spina dorsale dell’Europa. Il loro potenziale e il loro ruolo sia nell’innovazione che nello sviluppo locale non può essere trascurato – ha commentato Marinucci, CEO di Mind the Bridge – Pertanto, le strategie per supportare e collegare questi hub Tier-2 a livello internazionale e per aumentare la loro partecipazione all’economia startup sono fondamentali sia a livello nazionale che europeo. Iniziative come StartupCity Europe Partnership servono a questo scopo”.

Al fine di valutare la capacità potenziale di queste città “Tier-2” di evolversi in hub più grandi, il report ha stilato inoltre una classifica delle 150 Startup City “Tier-2” in cui è presente almeno una scaleup, ordinandole secondo il parametro “StartupCity Innovation Potential” (le top 48 StartupCity hub non sono state incluse nella classifica).

Il punteggio tiene conto di diversi parametri:

  •     l’attuale ruolo economico, misurato attraverso il PIL e la dimensione, ponderato sulla popolazione
  •     la capacità attuale di produrre innovazione, misurata in numero di scaleup, startup e volume di exit
  •     la forza dell’ecosistema dell’innovazione, misurato in numero di città menzionate nel Forbes Global 2000 companies e nel QS World 1000 Universities
  •     il bacino di talenti, misurato attraverso Università/alta formazione della popolazione studentesca

Secondo questo punteggio (ancora provvisorio) la Germania guida la classifica con Monaco e Amburgo, rispettivamente prima e seconda, e con Colonia, quarta. Il Regno Unito segue con Manchester al terzo posto, mentre al quinto troviamo Göteborg (Svezia). La Francia compare al sesto posto con Lione mentre la prima città spagnola presente nell’elenco è Valencia in 13esima posizione. L’Italia fa la sua comparsa in 17esima posizione con Torino superando la Svizzera (19esima posizione con Losanna) e i Paesi Bassi (21esimi con Utrecht). In Italia, Torino è seguita da Napoli in 27a posizione, Bologna in 44a, Pisa 55a, Firenze 68a, Palermo 80a, Padova 83a, Modena 85a, Catania 90a, Reggio Emilia 96a, Trento 112a, Cagliari 114a, Pavia 121a e Como 140a. 

Il Rapporto suggerisce infine che le StartupCity “Tier-2” sviluppino una strategia di specializzazione sui verticali e sottolinea come la massa critica possa essere raggiunta sfruttando connessioni internazionali con altre città che condividono focus o specializzazioni simili o tramite partnership locali con città vicine.

“Casi interessanti di implementazione possono essere riscontrati nel Northern Powerhouse (Manchester, Liverpool, Leeds, Sheffield, Hull and Newcastle) così come nella collaborazione tra città come Siviglia e Malaga” – ha concluso Arturo Villar, SCEP Coordinator per Mind the Bridge.



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