Economia circolare: nuove norme UE per la gestione e riciclaggio dei rifiuti

Pubblicato il 28 giugno 2018
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Gli Stati membri hanno di recente approvato una serie di misure ambiziose per adeguare alle sfide future la legislazione dell’UE sui rifiuti, nell’ottica più ampia della politica unionale di economia circolare. Le nuove norme, basate sulle proposte che la Commissione ha presentato nel dicembre 2015 nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare, aiuteranno a produrre meno rifiuti e, quando ciò non è possibile, ad aumentare in modo sostanziale il riciclaggio dei rifiuti urbani e dei rifiuti d’imballaggio. Ridurrà gradualmente la pratica della discarica e promuoverà l’uso di strumenti economici, come i regimi di responsabilità estesa del produttore. La nuova legislazione rafforza la “gerarchia dei rifiuti”, imponendo agli Stati membri l’adozione di misure specifiche che diano priorità alla prevenzione, al riutilizzo e al riciclaggio rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento, facendo coì diventare realtà l’economia circolare.

Karmenu Vella, Commissario per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “L’approvazione definitiva delle nuove norme dell’Unione sui rifiuti da parte del Consiglio segna un momento importante per l’economia circolare nel nostro continente. I nuovi obiettivi di riciclaggio e smaltimento in discarica tracciano un percorso credibile e ambizioso per una migliore gestione dei rifiuti in Europa. Nostro compito principale è ora garantire che le promesse sancite in questo pacchetto legislativo siano concretizzate. La Commissione intende fare il possibile perché la nuova legislazione dia risultati sul campo.”

La Commissione aveva inizialmente presentato proposte di nuove norme sui rifiuti nel 2014, che sono state ritirate e sostituite da quelle perfezionate, più circolari e più ambiziose presentate nel dicembre 2015 nell’ambito del programma di economia circolare della Commissione Juncker. Le proposte sono poi state adottate e sono ora parte integrante del corpus giuridico dell’UE.

Le nuove norme adottate oggi rappresentano la normativa in materia di rifiuti più moderna al mondo, un campo in cui l’UE sta dando l’esempio che altri dovrebbero imitare.

Obiettivi di riciclaggio dei rifiuti urbani

Entro il 2025 Entro il 2030 Entro il 2035
55% 60% 65%

L’inasprimento delle norme per il calcolo delle percentuali di riciclaggio aiuterà inoltre a monitorare meglio i progressi realmente compiuti nella realizzazione dell’economia circolare.

Nuovi obiettivi di riciclaggio dei rifiuti d’imballaggio

Entro il 2025 Entro il 2030
Tutti i tipi d’imballaggio 65% 70%
Plastica 50% 55%
Legno 25% 30%
Metalli ferrosi 70% 80%
Alluminio 50% 60%
Vetro 70% 75%
Carta e cartone 75% 85%

Le nuove norme sulla raccolta differenziata, ampliando l’obbligo esistente di differenziare carta e cartone, vetro, metalli e plastica, miglioreranno la qualità delle materie prime secondarie e ne diffonderanno ulteriormente l’uso: entro il 2022 si dovranno raccogliere separatamente i rifiuti domestici pericolosi, entro il 2023 i rifiuti organici ed entro il 2025 i tessili.

Smaltire in discarica i rifiuti non ha alcun senso in un’economia circolare, oltre a costituire un rischio d’inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria. Entro il 2035 i rifiuti urbani smaltiti in discarica dovranno essere ridotti, per costituire al massimo il 10% del totale dei rifiuti urbani prodotti.

Le nuove regole prevedono un maggior ricorso agli strumenti economici e ad altre misure di provata efficacia per facilitare l’applicazione della gerarchia dei rifiuti. In questa transizione un ruolo importante è assegnato ai produttori, che saranno tenuti responsabili dei loro prodotti quando diventano rifiuti. I nuovi requisiti in materia di responsabilità estesa del produttore miglioreranno i risultati e l’amministrazione di questi regimi, che dovranno essere creati per tutti i tipi di imballaggio entro il 2024.

La nuova legislazione dà particolare rilievo alla prevenzione e introduce obiettivi importanti per gli sprechi alimentari nell’UE e per i rifiuti marini, in modo da concorrere al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite.



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