Depurazione delle acque: Galletti risponde

Pubblicato il 10 settembre 2015

Il ministro Gian Luca Galletti ha risposto durante il question time presso la Camera dei Deputati all’interrogazione a risposta immediata dell’Onorevole Matarrese e altri sul mancato adeguamento dei sistemi di depurazione alla normativa europea.

Il Governo è pienamente consapevole della situazione di criticità dello stato della depurazione e del collettamento sul territorio nazionale e sta lavorando dal primo giorno con tutte le azioni di impulso necessarie a recuperare storici e inaccettabili ritardi che oggi non solo creano un danno ai mari e alle acque italiani, ma pongono l’Italia a rischio di pesanti sanzioni da parte dell’Ue.

Uno dei grandi problemi da risolvere è la difficoltà nello spendere le risorse stanziate, spesso bloccate da farraginosi procedimenti burocratici o dall’inefficienza delle realtà locali. Lo “Sblocca Italia” in proposito prevede la costituzione di un fondo, presso il Ministero dell’Ambiente, da alimentare con la revoca delle risorse stanziate dal Cipe nell’aprile 2012 destinate a 183 interventi nel settore della depurazione, per i quali ricorrano alcuni presupposti di impossibilità tecnica, progettuale, urbanistica, o di inerzia e sui quali, al 30 settembre 2014, non fossero stati assunti atti giuridicamente vincolanti.

Sempre lo “Sblocca Italia” prevede l’attivazione, entro il 30 settembre 2015, della procedura del potere sostitutivo del Governo, anche con la nomina di appositi Commissari, per gli interventi necessari all’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione oggetto di procedura di infrazione o di provvedimento di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione europea per il trattamento delle acque reflue urbane.

A oggi il Ministero ha commissariato 13 interventi in due Comuni della Sicilia (Misterbianco e Augusta), sono stati attivate le proposte di Commissariamento per complessivi 13 interventi in 10 Comuni tra Campania e Sicilia. Risultano poi diffidati 58 interventi in 45 Comuni tra Sicilia, Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Marche, Veneto, Liguria, Abruzzo.

Dei 183 interventi previsti dalla delibera Cipe, dal novembre 2013 sono stati verificati dall’Unità Tecnica Specialistica appositamente costituita presso il mio Ministero 156 interventi e formulati 135 pareri tecnici sulla progettazione e sulle successive integrazioni. Sono partiti tavoli tecnici per l’individuazione di soluzioni organiche per gli interventi più ampi.

Si tratta di un lavoro lungo e complesso, ma irrinunciabile per garantire la sicurezza delle acque e assicurare servizi adeguati ai cittadini.



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