Anie Energia: rinnovabili per le isole

Anie Energia ha presentato a Catania il Libro Bianco sui sistemi di accumulo. Nello studio, un interessante focus sull’isola di Pantelleria e sui benefici delle fonti alternative per la Sicilia.

Pubblicato il 27 aprile 2015

È stato presentato a Catania, nel contesto della 7° edizione del Progetto Comfort, il Libro Bianco “Prospettive dei sistemi di accumulo elettrochimico nel settore elettrico”, tecnologie innovative determinanti per il sistema elettrico nel garantire flessibilità, sicurezza, controllo e stabilità dei parametri di rete e una gestione ottimale dell’energia da parte dei produttori/consumatori. Il documento, realizzato in collaborazione da Rse – Ricerca sul Sistema Energetico – e Anie Energia, si sofferma sui SdA come elemento fondante del ripensamento e della ridefinizione del sistema elettrico nazionale al fine di renderlo ancora più efficiente, sicuro e performante, a beneficio degli utenti e di tutti gli attori coinvolti, anche in vista delle esigenze dettate dalla crescente quota di generazione da fonti rinnovabili.

Lo studio si sofferma in particolare sulle situazioni in cui l’impiego di sistemi di accumulo appare oggi particolarmente conveniente: è il caso dell’installazione in piccole isole non connesse alla rete nazionale, dove la produzione da fonti rinnovabili è concorrenziale rispetto all’attuale generazione tramite impianti a gasolio. Il Libro Bianco analizza allora nel dettaglio il caso dell’isola siciliana di Pantelleria come esempio concreto di come le energie rinnovabili e la contestuale installazione di SdA possano davvero cambiare il volto dello scenario elettrico del territorio. Si tratta di stime particolarmente interessanti perché applicate a sistemi elettrici chiusi e isolati, non connessi alla rete elettrica nazionale.

Ecco, allora, i risultati: l’isola di Pantelleria possiede un potenziale di utilizzo delle fonti rinnovabili davvero enorme, ad oggi peraltro quasi completamente inutilizzato. La sua origine vulcanica la rende particolarmente adeguata all’adozione di sistemi geotermici, così come l’esposizione e gli elevati valori di incidenza delle radiazioni solari sono una base importante per fotovoltaico e solare, con un eolico promettente grazie ai venti intensi e frequenti. Dei 45 GWh che Anie Energia stima come consumo energetico dell’isola al 2020, ecco che allora il fotovoltaico potrebbe fornire in potenza 1,7 GWh annui e quasi altrettanti potrebbero arrivare dal termo-utilizzo di rifiuti solidi urbani. La principale risorsa di energia rinnovabile sarebbe costituita invece del geotermico, con il valore potenziale raggiungibile di oltre 18 GWh annui a produzione costante, con una fetta importante anche per l’eolico, che si potrebbe attestare sui 10,8 GWh annui.

Per quanto riguarda nello specifico l’adozione di sistemi di accumulo nello scenario di produzione elettrica dell’isola, la riduzione di eccesso di generazione da fonte rinnovabile che si ottiene con i SdA è superiore all’energia assorbita dagli accumulatori. Ciò significa che il ruolo di queste tecnologie andrebbe oltre il semplice time shift della produzione, ovvero l’accumulo di energia prodotta con possibilità di consumarla nelle ore di mancata generazione (nelle ore serali o per mancanza di vento, per esempio). Esse consentirebbero infatti una maggiore flessibilità di utilizzo dell’energia, un migliore dispacciamento delle risorse e minori difficoltà nel garantire sempre la riserva pronta.

“Il caso delle piccole isole non connesse alla rete nazionale appare intuitivamente come una situazione particolarmente favorevole allo sfruttamento delle fonti rinnovabili”, commenta Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie Confindustria. “E in questo scenario, cruciale appare il ruolo dei sistemi di accumulo, tecnologie ancora poco diffuse, ma dal grande potenziale. Dallo studio di Anie Energia emerge come l’utilizzo della produzione da fonti rinnovabili appaia da essi molto potenziato. Nella situazione più vantaggiosa, un SdA adeguatamente dimensionato abbatte di quasi il 50% la produzione da FRNP altrimenti non utilizzabile, pari al 9% del potenziale di produzione della capacità FRNP installata, di conseguenza riducendo del 10% il consumo di gasolio e le emissioni di CO2. Il tempo di ritorno dell’investimento in questo caso si colloca fra 7 e 8 anni: una tempistica ragionevole in vista dei numerosi benefici che le fonti rinnovabili comportano dal punto di vista ambientale, soprattutto in aree protette e dalla natura preservata nella loro purezza come le isole siciliane”.



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